Il blog di Professional Link

Il lavoro ibrido è un’occasione per rinnovare l’identità aziendale

Scritto da Professional Link | 05/12/25 15.35

Oggi le imprese operano in contesti in cui prossimità fisica e prossimità relazionale non coincidono più; quindi come si costruisce una comunità aziendale solida quando non si è sempre tutti nello stesso luogo?

La risposta non sta nella scelta tra lavoro da remoto o in presenza, ma nella capacità di progettare relazioni, rituali, spazi e processi che consolidino il senso del “noi”. Il lavoro da remoto potrebbe essere, oggi, l'occasione per ridefinire l’identità collettiva delle aziende e rafforzare il senso di appartenenza di chi ci lavora. Le sfide poste dalla “nuova normalità” del lavoro agile sono infatti un’opportunità per costruire una cultura aziendale più coesa e autentica.

La comunità organizzativa

Le aziende sono delle collettività che, se sane, sono tenute insieme da tre elementi fondamentali:

1. Una missione che guida l'operato generale

2. Dei valori che orientano i comportamenti delle persone

3. Una cultura nella quale potersi tutti riconoscere


Quando questi elementi sono condivisi da tutti, l’allineamento sugli obiettivi strategici arriva spontaneamente. Ne derivano anche orgoglio, senso di ownership e responsabilità diffusa, cioè quello che permette a una comunità di esistere.

La presenza fisica facilita questi processi perché offre momenti di incontro sia strutturati sia spontanei. Tuttavia, anche nella distanza è possibile alimentare lo stesso collante identitario, a condizione che l’azienda offra dei modelli chiari. Non rifiutiamo quindi la mobilità a prescindere, ma anzi accettiamola come un dato di fatto e scegliamo di riconoscere lo spazio della distanza, senza volerlo necessariamente ridurre. Il tema non è tanto "pro lavoro da remoto" o "contro il lavoro da remoto", ma come costruire delle comunità aziendali.

Lo spazio della distanza può essere riempito con la fiducia

Nel lavoro ibrido, la fiducia è determinante perchè è percepita come una forma di rispetto: oggi serve riconoscere la capacità delle persone di gestire il proprio tempo di lavoro, e lo stesso vale per la trasparenza, perchè condividere apertamente informazioni, motivazioni e priorità permette a tutti di avere chiaro il proprio scopo nell'organizzazione.

Allo stesso tempo, collegare le attività quotidiane alla visione complessiva aiuta a non perdere la direzione, riduce il rischio di alienazione e valorizza il contributo di ognuno.

I vantaggi del lavoro da remoto per le aziende che lo applicano sono noti: aumentata capacità di attrazione per i talenti, ovunque si trovino nel mondo, riduzione dei costi legati agli spazi fisici e delle attività a basso valore. Anche per il lavoratore esistono dei vantaggi notevoli, quali una migliore possibilità di gestione della vita privata, maggiore concentrazione per lo svolgimento di determinate attività e meno costi e perdite di tempo legate agli spostamenti.

Tuttavia, per le aziende esistono anche una serie di svantaggi legati alla difficoltà di supervisione (e quindi spesso si esagera con controlli eccessivi), una limitata possibilità di scambio spontaneo e una gestione del team generalmente più complessa. Con il lavoro a distanza ci sono poi minori occasioni di relazione e quindi il rischio di isolamento, nonché la perdita della visione d’insieme dovuta alla parcellizzazione del lavoro quotidiano.

È evidente quindi che il lavoro da remoto funziona solo se progettato all’interno di un modello preciso, senza soluzioni uguali per tutti. Ogni settore, ogni ruolo, ogni persona ha bisogni specifici che richiedono un grande studio e una buona capacità di adattamento da parte dell'azienda.

Come ri-progettare la comunità aziendale

La comunità aziendale non "accade da sé", va anzi costruita intenzionalmente; questo è ancora più vero nell'epoca del lavoro a distanza.

Per un equilibrio tra prossimità fisica e prossimità relazionale (che esula dalla presenza fisica) serve che l’azienda fornisca un modello chiaro, dichiarato e condiviso, prestando grande attenzione al collegamento tra le  attività quotidiane e la visione complessiva. Questo aiuta i lavoratori a non perdere il “perché” del loro operato, e quindi la motivazione.

La comunità organizzativa deve essere intenzionale, soprattutto se si lavora da remoto. Serve quindi una progettazione relazionale basata su eventi come ad esempio incontri periodici in presenza (team building, corsi ecc.), rituali digitali (meeting fissi) e il ripensamento degli spazi fisici come hub sociali.

Oggi non basta più che il manager “gestisca”, deve acquisire nuove competenze: serve che accompagni, faciliti, crei luoghi fisici e luoghi digitali in cui le persone possano incontrarsi. Il coaching assume quindi un ruolo centrale nella figura manageriale, soprattutto per i più giovani, che essendo inesperti da un punto di vista lavorativo, sono i soggetti più fragili (soprattutto riguardo al tema dell'isolamento, del senso di appartenenza e del distacco dalla realtà) quando si tratta di operare a distanza. Un leader deve essere capace di dare forma a un “noi” riconoscibile per rendere tangibile l’identità collettiva. Questo aumenta in definitiva la coesione e la performance complessiva della squadra.

Con la possibilità di lavorare da remoto, l'ufficio diventa sempre meno un luogo di produzione e sempre di più uno spazio di relazione, incontro informale, scambio spontaneo e apprendimento osmotico. Per ri-progettare la comunità aziendale è quindi importante dedicare attenzione anche agli spazi fisici dell'azienda, in modo che favoriscano quello che il digitale non può offrire. Oggi la natura degli uffici dovrebbe essere sempre meno quella di luoghi di produzione, e più quella di luoghi di relazione.

Tutto questo si può fare solo se in azienda si condivide un “perché” comune.

La comunità aziendale genera business

La comunità aziendale è in grado di generare business, nel senso di un ritorno economico concreto per l’azienda che l'ha costruita. Per quantificare questo ritorno serve misurare l’impatto economico delle iniziative di comunità su KPI come retention, coinvolgimento e produttività. Risulta quindi importante valutare i seguenti fattori:

  • Aumento della produttività: grazie a processi fluidi e relazioni solide, i team coesi riducono tempi di coordinamento e conflitti, migliorando la velocità di esecuzione

  • Maggiore capacità innovativa: la fiducia e la condivisione di senso creano un terreno fertile per idee nuove e la collaborazione trasversale

  • Riduzione del turnover: il senso di appartenenza e il benessere diffuso abbassano i costi di recruiting e di formazione

  • Valorizzazione del brand: una comunità forte diventa ambasciatrice verso i prospect e gli stakeholder grazie ai lavoratori stessi, i quali risultano amplificatori molto credibili

Immaginiamo poi la scalabilità del modello su un’azienda capace di creare soluzioni di comunità insieme ad altre aziende, che entra quindi a far parte di un ecosistema di innovazione basato sulle stesse logiche della sua comunità interna.

Le aziende che riescono a integrare esigenze organizzative, benessere delle persone e uso intelligente della tecnologia costruiscono contesti di lavoro solidi, caratterizzati da un forte senso di appartenenza, da fiducia e condivisione del cosa si fa, di come lo si fa e del perchè lo si fa.

L'identità aziendale è un processo

L’identità non esiste per principio, è un processo di costruzione e di legittimazione costante; non è un elemento fermo nel tempo, anzi si evolve continuamente e si costruisce attraverso narrazioni condivise e momenti di rappresentazione collettiva. È un “cantiere aperto” che vive nel tempo, perché le persone stesse cambiano nel tempo.

L’innovazione richiede anche la presenza del conflitto: non quello distruttivo, ma quello che impedisce la stagnazione e permette di evolvere, riconoscendo la diversità dei punti di vista come risorsa di crescita e sviluppo.

Il caso di Professional Link

In PLINK abbiamo scelto di ripensare la tecnologia come uno strumento di comunità, una comunità nella quale è molto importante la condivisione della responsabilità, con una leadership emergente e non imposta, e un equilibrio dinamico tra la vita che avviene dentro l'azienda e la vita che si svolge fuori dalle mura dell'ufficio.

Cerchiamo di essere un organismo capace di accogliere le persone, includerle e offrire loro uno scopo chiaro. Dopo anni di pratica abbiamo capito che una comunità matura è in grado di muoversi da sola, perché ha interiorizzato un senso di appartenenza profondo, ed è proprio questo a creare valore nel tempo.

Per PLINK il contesto ideale di lavoro si crea quando le esigenze dell'azienda si accordano a quelle della valorizzazione delle persone attraverso un uso intelligente della tecnologia. Il contesto è essenziale per la formazione della comunità aziendale, e affinché funzioni sono rilevanti alcuni aspetti:

  • Deve esserci flessibilità e adattamento delle modalità dei lavoro alle necessità dei singoli
  • L’azienda deve dialogare con gli stakeholder esterni e non deve chiudersi in sé stessa
  • Le persone devono apprendere e crescere nella comunità aziendale
  • Il confronto interno non deve essere fatto solo sui risultati
  • Le persone devono essere responsabilizzate fin da subito

In PLINK riteniamo che il passaggio verso modelli di lavoro ibridi sia un’opportunità per riscoprire ciò che tiene unite le persone dentro un’azienda e per rendere visibile, anche nella distanza, quell’identità condivisa che permette a una comunità di crescere e generare valore. La prossimità, quindi, è una scelta relazionale prima che geografica.

D'altronde il lavoro ibrido non indebolisce la comunità aziendale, ma la rende più intenzionale; spinge le organizzazioni a chiarire il proprio scopo, ripensare i propri spazi, valorizzare le persone e immaginare nuovi modi di stare insieme. È un’opportunità preziosa per costruire identità più consapevoli e capaci di generare impatto, una trasformazione che riguarda tutti e che, se ben guidata, può diventare un motore di crescita per l’intero ecosistema italiano.

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter trimestrale per non perdere i prossimi!