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Distribuzione equa della tecnologia: c'è un solo futuro possibile?

È vero che, quando si distribuisce più tecnologia, c'è più progresso?

La questione centrale in realtà è se il progresso tecnologico sia realmente sinonimo di sviluppo, ovvero se l'avanzamento delle tecnologie porti effettivamente a un miglioramento complessivo della società.

Questo implica interrogarsi su come le innovazioni tecnologiche influenzino i vari aspetti della vita umana e del vivere civile, come l'economia, l'istruzione, la salute e l'ambiente. È importante considerare se tali progressi contribuiscano a una crescita equa e sostenibile o se, al contrario, amplifichino le disuguaglianze già esistenti e creino addirittura nuove sfide sociali.

In effetti, capita di pensare che i benefici del progresso tecnologico siano limitati a una ristretta cerchia di individui o nazioni piuttosto che favorire un miglioramento della qualità della vita per tutti.

In quale futuro ci interessa vivere e fare business?

Le scelte che i governi le aziende (soprattutto quelle del settore Tech e IT) stanno facendo oggi influenzano profondamente il futuro, modellando a poco a poco il mondo in cui vivremo e lavoreremo.

Ogni decisione che prendiamo oggi, sia a livello individuale sia a livello collettivo, ha il potere di determinare il corso degli eventi futuri. È quindi essenziale considerare quale tipo di società vogliamo costruire, riflettendo su valori come l'equità, la giustizia e la sostenibilità sociale e ambientale. Chiediamoci per esempio come l'indirizzo che diamo al nostro business possa contribuire a un futuro desiderabile, in cui il progresso non sia solo sinonimo di avanzamento tecnologico, ma anche di miglioramento della qualità della vita per tutti.

Chiaramente una riflessione di questo tipo comporta l'adozione di un impegno a lungo termine, altrimenti non è possibile sviluppare soluzioni innovative che rispettino l'ambiente e promuovano il benessere sociale.

Come azienda proviamo ad adottare un modello che integri la sostenibilità e la responsabilità sociale nelle nostre strategie, riconoscendo che il successo economico non può essere disgiunto dal benessere della società e del pianeta.

Questo significa ridurre l'impatto ambientale delle operazioni e investire in pratiche che creino valore non solo per gli azionisti, ma anche per i collaboratori, i clienti e le comunità del territorio in cui l'azienda opera.

Rischi nascosti nelle opportunità tecnologiche

Le opportunità offerte dalle nuove tecnologie sono immense, ma non dobbiamo sottovalutare i rischi nascosti che possono emergere nel loro utilizzo. Alcuni esempi sono la possibilità di perdita di posti di lavoro a causa dell'automazione, la compromissione della privacy personale attraverso la raccolta e l'analisi dei dati e le minacce alla sicurezza informatica che possono mettere a repentaglio informazioni sensibili.

Per affrontare efficacemente questi rischi, è essenziale integrare una maggiore dose di umanità e consapevolezza nelle nostre strategie tecnologiche. Questo significa adottare un approccio incentrato sull'etica, promuovendo un uso responsabile e consapevole della tecnologia.

Aziende e governi devono collaborare per sviluppare politiche di alto livello che proteggano gli individui e le comunità, garantendo che i benefici della tecnologia siano equamente distribuiti e che le sue applicazioni non compromettano la dignità e la sicurezza delle persone. L'impegno collettivo per una visione più umanistica potrà aiutare a ridurre i rischi associati alle opportunità tecnologiche, e quindi costruire un futuro più giusto, in cui le tecnologie servano a ridurre le disuguaglianze piuttosto che ad amplificarle.

Il vero progresso è quindi scegliere di concentrarsi sull'innovazione umana piuttosto che su quella tecnica. Questo perché l'innovazione umana include lo sviluppo di una mentalità aperta e adattabile, capace di abbracciare il cambiamento e di sfruttare le opportunità offerte dalle tecnologie emergenti. Promuoviamo quindi un'educazione che fornisca competenze digitali, ma che incoraggi anche il pensiero critico, la creatività e la resilienza delle persone, preparandole a gestire le sfide etiche e sociali che possono sorgere con l'adozione di nuove tecnologie.

Visione di lungo termine

Dopo questa riflessione, appare evidente che le aziende dovrebbero guardare al di là del profitto immediato, sviluppando strategie che garantiscano la loro sostenibilità sociale nel lungo termine.

Tali strategie devono includere la pianificazione per affrontare le sfide ambientali, sociali ed economiche che potrebbero emergere, prevendendo i futuri possibili e quindi tentando almeno in parte di governarli per garantire che l'azienda sia resiliente e competitiva in un mondo in evoluzione costante. Nella pratica, si può partire dall'organizzazione interna dell'azienda stessa. Un esempio è quello che è stato fatto in Professional Link con il Progetto Eulero, che Andrea Ferlin, CEO dell'azienda, riassume con queste parole:

"Chi comanda deve mettersi al servizio degli altri per creare le condizioni affinché quello che chiede possa essere realizzato. Con questo approccio rendiamo sostenibile il lavoro non solo per la qualità della vita all’interno dell’azienda, durante l’orario di lavoro, ma facciamo anche in modo che le persone si portino a casa uno stile di vita rinnovato. Così conferiamo all'azienda un ruolo antropologico, con una visione di futuro costruita sul presente."

Andrea Ferlin
Andrea Ferlin, CEO di Professional Link Srl

 

Questo include la creazione di valore per tutti gli stakeholder e il sostegno a progetti profittevoli ma che contribuiscano anche al benessere della società. Valutiamo quindi molto attentamente l'impatto delle nostre scelte di investimento, assicurandoci che i benefici derivanti siano equamente distribuiti e che le pratiche aziendali siano trasparenti e responsabili.

Il vero sviluppo

Il vero sviluppo non si ottiene semplicemente assegnando più tecnologia, ma distribuendone equamente i vantaggi. Questo approccio mira a garantire che i benefici della tecnologia siano accessibili a tutti, riducendo le disuguaglianze e promuovendo un progresso veramente sostenibile e inclusivo.

La semplice distribuzione di tecnologia non garantisce automaticamente un progresso autentico. È cruciale considerare come questa tecnologia viene implementata e utilizzata. La chiave risiede nell'adozione di un approccio olistico che non solo diffonda strumenti tecnologici, ma che promuova anche l'educazione e la formazione necessarie per utilizzarli efficacemente. Solo così si può sperare di trasformare il potenziale tecnologico in un vero progresso sociale ed economico, che tenga conto delle esigenze di tutte le comunità e non solo di una ristretta élite.

 

Parleremo di questi temi il 20 febbraio 2025 all'evento AnthroDay*, scoprilo qui!

*Il World Anthropology Day è un’iniziativa promossa dall’American Anthropological Association e lanciata a Milano a partire dal 2019 dal corso di Laurea Magistrale in Scienze Antropologiche ed Etnologiche, dal Dottorato in Antropologia Culturale e Sociale e dal Dottorato in Patrimonio Culturale Immateriale nell’Innovazione Socio-Culturale dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. È organizzato in collaborazione con il dipartimento di Lingue, Letterature, Culture e Mediazioni dell’Università di Milano Statale, il dipartimento di Studi Umanistici dell’Università IULM e i dipartimenti di Culture, Politica e Società e Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università di Torino.